Il Gufo

“A me gli occhi!...” rivolge in tono solenne la bimba.

“Che vuoi fare al gufo?” le domando sorridendo.

“Voglio che mi dia i suoi occhi, per vedere anch’io nella notte!”.

“E che vuoi vedere di notte?”

“Quello che vede anche lui: le cose come fosse di giorno!”.

“Scommetto che di notte tu hai paura…” le dissi.

“No, non ho paura…ho paura più del giorno, a volte” risponde.

“Perché ora vuoi la sua visione di notte?”

“Per vedere attraverso la notte come sorgerà il giorno, e così non avrò più paura della luce” dice come sentenziando lei.

 

Andare alle radici delle cose significa entrare nel mondo della notte, anche per noi. Se vuoi vivere bene il giorno, guarda attraverso la notte, mi suggerisce la bimba, proprio partendo dal simbolo del suo essere rana, assumendo in sé sempre una doppia situazione, per essere completa nella sua identità.

Se dimentichiamo la metà della nostra situazione, veniamo meno alla nostra condizione; per questo anche se viviamo sopratutto alla luce, abbiamo bisogno di saper come guardare nel buio, per essere noi stessi.

 

La bimba che vuol vedere attraverso la notte richiama a noi di avere lo sguardo penetrante attraverso le visioni notturne e le esperienze negative della vita, per intravedere, al di là del momento buio, il sorgere di nuovo del sole.

 

“Per il gufo la notte è giorno, e il giorno è la notte; proprio come la rana che sa stare sulla terra e nell’acqua scambiando gli ambienti a piacimento…così mi piacerebbe vedere” conclude lei.